CASSANO D'ADDA

Cassano nell’antichità era interamente coperto dalla acque. Lungo i secoli, la pianura padana ha visto un avvicendarsi irrequieto di popoli di diversa origine, ognuno dei quali ha portato qualcosa di nuovo: elementi di lingua, costumi, tradizioni. Dai Liguri agli Insubri, dagli etruschi ai Galli fino ai Romani. Poi ci furono anche i Longobardi Franchi e Ungari. Il nostro borgo ha origini umili, casuali: con la costruzione del castello messo a difesa dei confini, si iniziarono a formare le prime casupole intorno all’Adda, fino a formare un paese di nome “Cassium” di cui si hanno queste etimologie: – “tre case”, da cui trae origine lo stemma; – “magazzino” in cartaginese “chazan”, sembra infatti che durante le guerre puniche i cartaginesi avrebbero custodito in questo luogo un deposito di vettovaglie; – “casa sana” di cui il nome Cas-sano.

CASTELLO DI CASSANO

“Maestoso, un po’ altezzoso, cromaticamente e architettonicamente leggermente confuso, il castello di Cassano d’Adda svetta sull’argine del canale Muzza, accogliendo con severità il viaggiatore che proviene dalla pianura bergamasca. Si presenta, privo cioè delle fondamentali caratteristiche che accompagnano i castelli lombardi: : nessun merlo, una sola torre, nessun bastione, nessun fossato. Questa singolare parvenza estetica altro non è che il risultato di una plurimillenaria storia di rimaneggiamenti e di abbandoni .

Non è possibile datare con esattezza l’anno della costruzione del maniero cassanese; è comunque certo che nell’anno 887 accolse il tedesco re Carlomanno che fu il primo di una non trascurabile serie di ospiti che soggiornarono tra le possenti mura della rocca abduana. Anche re Enzo, figlio di Federico II di Svevia, infatti vi si trattenne nel 1245. Tra il 1451 e il 1474 il castello fu al centro di una intensa opera di rimaneggiamento e fortificazione: l’architetto Bartolomeo Gadio, che saldò il suo nome all’unica torre presente nella struttura militare cassanese, fu incaricato di eseguire lavori che ne interessarono la rocca, il revellino e i contrafforti sull’Adda. Nel 1764, in pieno illuminismo, si fece demolire il portone del ricetto, che cingeva il borgo fortificato e si procedette ad altre opere di smantellamento: nel 1776 potè ufficialmente dichiarasi finita l’importanza militare del castello di Cassano tanto che se ne meditò una poco gloriosa demolizione. Negli anni settanta del XVIII secolo, infatti, si pensò di utilizzare l’area compresa tra il ricetto, il castello e il convento dei cappuccini per la edificazione di una dimora di residenza per il principe Ferdinando, figlio di Maria Teresa. La grande spesa, la distanza da Milano e, soprattutto, l’umidità della zona fecero abbandonare presto il progetto che si avvalse delle firme degli architetti Fè, Nosetti e Ferrari.”

cit Marco Galbusera

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